Docente tutor e orientatore: al via il percorso di formazione
Da martedì 27 giugno è disponibile il percorso di formazione OrientaMenti destinato ai docenti che hanno avanzato la propria candidatura per svolgere le mansioni di tutor e orientatore. I moduli e la relativa verifica finale saranno a fruibili fino al prossimo 9 settembre per consentire ai dirigenti scolastici di ricoprire quei ruoli per l’a.s. 2023/2024.
Accedere alla piattaforma è molto semplice. Si può fare tramite SPID, CIE o eIDAS. Una volta autenticati, alla voce I miei percorsi è possibile trovare il materiale inserendo nella barra di ricerca OrientaMenti oppure il numero identificativo del percorso 125605 oppure selezionando Riduzione divari in Filtra per, dove apparirà la voce che si sta cercando.
Il percorso ha durata di 20 ore di formazione equivalente, erogate in modalità asincrona tramite MOOC (corso online aperto e di massa) composto di sei moduli, ognuno articolato in diverse lezioni. Il numero di lezioni varia rispetto agli obiettivi formativi.
Ogni lezione è così organizzata:
– video della durata variabile tra i 15 e i 30 minuti;
– slide, se necessarie;
– una o più attività autonome che concorrono a completare l’apprendimento (letture di approfondimento, questionari di auto-valutazione, domande stimolo per riflessione guidata, ecc.);
– una o più attività facoltative;
– bibliografia e sitografia di riferimento.
Come sappiamo, i termini per comunicare i nominativi dei docenti che faranno la formazione sono scaduti il 31 maggio scorso, dopo la deroga di alcune settimane per garantire maggiore partecipazione e scongiurare le tante mozioni che istituti e insegnanti hanno avanzato quando il Ministro Valditara ha annunciato l’istituzione di queste due nuove figure.
Entrambe sono, infatti, molto contestate sia perché – dicono i detrattori – si riduce il ruolo dell’insegnante a ruolo di coach, valorizzatore, consigliere delle famiglie – attività che, in qualche modo, già viene svolta da un buon docente – sia perché il corrispettivo economico netto per le trenta ore di orientamento previste è pari a 7,34 euro l’ora. Di certo, una retribuzione non consona al lavoro richiesto.
La ripartizione dei fondi stanziati per singolo docente sarà effettuata dalla contrattazione di istituto, prevedendo un assegno annuo che dovrà restare entro il limite imposto da decreto: per i tutor da un minimo di 2850 euro a un massimo di 4750 euro e per gli orientatori da un minimo di 1500 euro a un massimo di 2000 euro.
Come abbiamo già raccontato, dall’anno scolastico 2023/2024, il docente tutor dovrà coordinare e sviluppare le attività didattiche al fine di una personalizzazione dell’istruzione nelle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado, favorendo il recupero per i ragazzi che manifestano maggiori difficoltà e consentendo a quelli che hanno particolari talenti di potenziarli. Il docente orientatore, invece, si occuperà delle attività di orientamento per permettere agli studenti di fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti, nella consapevolezza dei diversi percorsi di studi e/o di lavoro e della varietà di offerte dei territori, del mondo produttivo e universitario.
Gli innesti previsti si concretizzeranno in 40mila docenti tutor e un docente orientatore per ogni istituto scolastico. I fondi verranno distribuiti in maniera proporzionale al numero degli studenti delle classi interessate (terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado) nelle varie scuole, le quali dovranno a loro volta organizzare il servizio in piena autonomia. Potranno inoltre accedere ai finanziamenti derivanti da PNRR e PON per investire in attività didattiche di potenziamento sulle discipline e attività innovative per l’orientamento.
Se fossero davvero necessarie queste due figure lo scopriremo soltanto nei prossimi tempi, pur nutrendo forti dubbi e il sospetto che una tale disponibilità economica avrebbe portato a maggiori risultati se investita in attività diverse, magari di reale incremento delle retribuzioni degli insegnanti. Altrimenti, sebbene, come dice il Ministro, la docenza è il mestiere più bello del mondo, rischia di diventare sempre meno ambita e rispettata. Proprio come sta già accadendo.
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