Manovra di Bilancio: escluso il reintegro per l’organico Covid

covidSiamo stati presi in giro da tutte le forze politiche che hanno giocato con il nostro lavoro e le nostre famiglie, facendo promesse che in realtà non sono state mantenute, tra cui uno stanziamento di un organico aggiuntivo che in realtà rappresenta il numero dei tagli fatti dai vari governi dal 2008 a oggi. E la risposta di questo governo qual è stata? Ancora tagli! Ma noi non ci stiamo.

È sul piede di guerra il Comitato Organico Aggiuntivo (ex Covid) del comparto scuola. Scrive, così, un duro comunicato, indirizzato all’attuale esecutivo, in cui racconta tutta la propria frustrazione per l’esito di una storia che – conoscendo la classe politica – era già scritta. Lo avevamo raccontato, in effetti, già al termine dello scorso anno scolastico, quando si paventava l’ipotesi che il personale docente e ATA impiegato in questi lunghi, lunghissimi, anni di pandemia potesse non essere riconfermato. E, infatti, così è stato.

Nella Manovra approvata al Senato, diventando di fatto Legge di Bilancio proprio in questi giorni, è stata esclusa del tutto la possibilità di reintegro dell’organico aggiuntivo Covid fino alla fine dell’anno scolastico, quindi fino a giugno 2023. Una mossa che ha fatto andare su tutte le furie i diretti interessati:

Nelle scuole ci sono minori da sorvegliare, pratiche da sbrigare, e alunni da istruire. Prima di rendere le aule supertecnologiche, c’è bisogno del personale che renda possibile tutto ciò. Al momento, sugli istituti scolastici, rileviamo invece una forte carenza di personale che ha una ricaduta soprattutto sui soggetti più fragili (gli alunni disabili). Con il personale attualmente disponibile, diventa sempre più difficile poter gestire le necessità quotidiane di questi alunni… dall’igiene personale, all’assistenza per i carrozzati che necessitano di accompagnamento, fino alla necessità di controllo maggiore e aiuto ai docenti di sostegno per quanto riguarda altre patologie.

Riteniamo pertanto che questo governo debba prevedere SUBITO organico aggiuntivo nelle scuole per garantire il diritto all’istruzione sancito nella Carta dei diritti dei bambini, uno strumento per combattere povertà, emarginazione e sfruttamento.

Il Comitato Organico Aggiuntivo rivendica quanto segue:

– nuovo organico aggiuntivo e conseguente inserimento in organico di diritto;
– nomina immediata di supplenti temporanei per le assenze del personale titolare e abbattimento del blocco degli attuali 30 giorni per gli Assistenti Amministrativi e Tecnici e dei 7 giorni per i collaboratori Scolastici;
– assunzione in ruolo dei precari docenti e ATA che abbiano svolto 3 anni di supplenze nelle scuole, con concorso di titoli e servizi; stessi diritti contrattuali del personale in ruolo in materia di assenze (malattia, permessi retribuiti, ferie) e di retribuzione.

Come sappiamo, al fine di consentire il ripristino della docenza in presenza nel rispetto delle misure di prevenzione e contenimento dell’emergenza da coronavirus, l’articolo 231 bis della legge 17 2020/2021 aveva previsto la possibilità di attivare, per l’anno scolastico 2020/2021, ulteriori incarichi provvisori di personale docente e amministrativo, nonché tecnico e ausiliario (ATA), poi riconfermati anche per l’anno successivo (sebbene non per tutti, come da diverse segnalazioni).

Le nomine, predisposte dagli USR (Uffici Scolastici Regionali), erano a tempo determinato, trattandosi di organico aggiuntivo a quello ordinario. A tal proposito, in attuazione della legge era stata emessa l’ordinanza ministeriale 5 agosto 2020 n.83 che, per l’appunto, disciplinava le misure di sicurezza per la ripresa delle lezioni in presenza prevedendo l’organico COVID in una scala prioritaria che al primo posto vedeva la scuola dell’infanzia e del primo ciclo, con particolare attenzione alla primaria. Le risorse stanziate al fine di ottemperare alle necessità delle singole istituzioni scolastiche erano così ripartite:

  • 50% sulla base del numero degli alunni registrati sul sistema informativo del Ministero, come comunicati dalla competente Direzione generale;
  • 50% proporzionalmente sulla base delle richieste avanzate dagli USR.

Il conferimento delle supplenze – trattate come supplenze temporanee – avveniva in questo modo

  • personale docente: si utilizzavano le graduatorie di istituto;
  • personale ATA: si procedeva ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera c), dell’articolo 5 e dell’articolo 6 del decreto del Ministero della Pubblica Istruzione 13 dicembre 2000, n.430 (Regolamento Supplenze ATA). Non oltre il termine delle lezioni e secondo graduatoria d’istituto.

Parliamo, per dare contezza più concreta, di almeno 40mila supplenze i cui contratti non verranno rinnovati perché strettamente collegati allo stato di emergenza ormai scaduto.

In questi anni, a più riprese i sindacati hanno chiesto la stabilizzazione di questa tipologia di contratto, in particolare pensando a quanti buchi persistono tuttora negli istituti che, con fatica, coprono classi e cattedre. Niente di fatto, però, è stato concluso. Così se a marzo scorso si era riusciti a ottenere una proroga fino al termine delle lezioni del cosiddetto organico COVID, con grande soddisfazione dell’ex Ministro Patrizio Bianchi – «Mi sono battuto per questa misura» – e un investimento di circa 200 milioni di euro, docenti e personale ATA non entreranno a far parte dell’organico di diritto.

Eppure, bisogna ancora fare i conti con l’annoso problema relativo alla carenza di personale. Basti pensare che soltanto negli ultimi dodici anni è stata tagliata una quota di posti pari all’incirca a cinque volte l’organico COVID (250mila posti) e questo, al netto delle promesse in campagna elettorale e di un Ministro che scrive letterine, non si può tollerare.

Lascia un commento