Valditara, come sarà la scuola che verrà?
Paola Frassinetti è il nuovo sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Nata a Genova nel 1956, cresciuta nel Fronte della Gioventù, passata al Movimento Sociale Italiano, ha presto abbracciato il progetto politico di Alleanza Nazionale per poi continuare la sua carriera in Fratelli d’Italia. Dopo diverse esperienze in qualità di consigliere provinciale, cittadino e di assessore, nel 2004 è stata eletta alla Camera dei Deputati. Da oggi affiancherà il Ministro Valditara nella costruzione della scuola che verrà. E qui la domanda sorge spontanea: come sarà?
A raccontarlo è il nuovo inquilino di Viale Trastevere ai microfoni de il Corriere della Sera, rispondendo anche alle critiche sul nuovo nome del dicastero: «La scuola oggi è una scuola classista. Non è la scuola dell’eguaglianza e non aiuta i ragazzi a realizzarsi costruendosi una soddisfacente vita adulta. La dispersione è al 12,7 per cento, se aggiungiamo quella implicita (cioè di chi ha il diploma ma non le competenze minime), sale ad un preoccupante 20 per cento. Tutto questo dentro un divario di apprendimento tra i territori. Come ha scritto sul Corriere Ernesto Galli Della Loggia, “non è una scuola dell’eguaglianza perché non è una scuola del merito”. Parte da questa consapevolezza la sfida del merito, che dà sostanza alla parola Istruzione».
E ancora: «Guardare al merito degli insegnanti significa riaffermare il loro alto ruolo sociale, strategico per lo sviluppo del Paese, riconoscendo anche economicamente impegno e competenza. Mi batterò perché quella del docente torni ad essere una figura autorevole, caratterizzata dal rispetto, dalla dignità e dal decoro: dobbiamo anche prevedere misure efficaci per tutelare l’autorevolezza degli insegnanti e la serenità del loro lavoro, riscoprendo negli studenti l’educazione alla cittadinanza: la scuola del merito deve educare all’impegno e alla responsabilità e deve pretenderli. Ma, anche considerando il recente caso del prof di Firenze che ha scritto una bestemmia in un post, sono i docenti per primi che non devono mai venire meno al loro ruolo di educatori».
Poche ore prima, è stato aggiornato il dossier della Camera in riferimento al PNRR, evidenziando proprio la volontà di puntare al merito per quanto riguarda la scuola. A tal proposito, nel capitolo a essa dedicata si legge che gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sviluppano su tre direttrici, che nel complesso perseguono un potenziamento quantitativo e qualitativo dell’istruzione, sia nella prospettiva della coesione economico-sociale, sia del rafforzamento della competitività del sistema-Paese.
In particolare, la prima direttrice consiste nel raggiungimento di una maggiore copertura territoriale dei servizi di educazione e istruzione, specie d’infanzia e primaria, particolarmente carente in alcune aree geografiche del Paese. La seconda mira al rafforzamento dell’offerta formativa sotto il profilo delle competenze digitali e scientifico-tecnologiche (c.d. “STEM”), al fine di compensare lo skills mismatch tra istruzione e domanda di lavoro, in un’economia ormai caratterizzata da elevati tassi di conoscenza e specializzazione. La terza, infine, ha quale obiettivo il miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti, con l’intento di incentivare il merito e l’aggiornamento continuo. I termini di realizzazione del programma scadono il 31 dicembre.
I lettori più attenti avranno notato che il merito, nella sua nuova accezione, torna anche qui. Secondo il Ministro, per concretizzare la valorizzazione dei talenti di ognuno, è necessaria una diversa e più efficace personalizzazione del pianto di studi che coinvolga anche i docenti. «Bisogna garantire un orientamento che fornisca alle famiglie e agli studenti le informazioni per effettuare scelte consapevoli dalla scuola media. È inoltre fondamentale potenziare l’istruzione tecnico-professionale che va costruita in filiera con l’Istruzione Tecnica Superiore».
«È con questo spirito che propongo una grande Alleanza per il Merito alle famiglie, al sistema-scuola, alle parti sociali: un’Alleanza che permetta a ogni studente, con la doverosa attenzione agli alunni con disabilità e bisogni speciali a cui va garantita stabilità di sostegno, di perseguire quel “pieno sviluppo della persona umana” affermato nell’articolo 3 della Costituzione».
Fa amaramente sorridere che il Ministro ne parli proprio mentre le scuole, ormai a due mesi dalla prima campanella, stanno ancora cercando docenti un po’ su tutto il territorio nazionale, in particolare per quanto riguarda il sostegno, per il quale moltissimi insegnanti devono ancora essere nominati. Con questo, ovviamente, non si intende addossare le colpe al neo arrivato Valditara, tuttavia invitare le istituzioni a risolvere dapprima l’urgenza di queste carenze e poi, in seconda battuta, riflettere sul senso di merito e alleanza – che, tra l’altro, in teoria dovrebbe già esistere tra le parti in causa.
Il Ministro, accennavamo, ha anche accennato alla valutazione degli insegnanti, il cui alto ruolo sociale, strategico per lo sviluppo del Paese, passa attraverso il riconoscimento economico del loro impegno e competenza che – e qui concordiamo – sono da troppo dimenticati, persino dati per scontati. A tal proposito, si partirà dalla Legge di Bilancio in occasione della quale è prevista una grande attenzione alla scuola. Nessun dubbio, invece, sul nuovo percorso di accesso alla professione già designato da Patrizio Bianchi, in quanto a laurea magistrale, 60 crediti e tirocinio con prova finale abilitante: «È una linea giusta che consente di avere subito l’abilitazione, e che semmai andrà ulteriormente potenziata». Una linea che, invece, lascia parecchie perplessità.
Come sarà la scuola che verrà, dunque? Tante parole e poche – concrete – proposte.
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