Supplenze e algoritmo: che confusione!
Hanno avuto tempo fino al 16 agosto per presentare domanda e indicare 150 preferenze di sede. Oggi rischiano di aver corso per nulla. Sono i docenti inseriti all’interno delle GPS che ambivano a ricevere incarichi di supplenza per il 2023. L’anno scolastico, però, è iniziato e molti sono ancora in attesa della chiamata giusta.
La procedura di assegnazione delle supplenze è, infatti, informatizzata. In pratica, un algoritmo ad hoc si occupa di attribuire i posti vacanti a chi di dovere partendo dalle classi di concorso in turno di nomina. Si procede, poi, attribuendo all’aspirante la prima scelta, o la prima possibile, tra quelle selezionate. La priorità, dunque, è attribuita dal docente quando – compilando la domanda su Istanze Online – esprime le 150 preferenze cui ambire.
Come sappiamo, tali preferenze possono essere puntuali e sintetiche. Nel primo caso, ci si riferisce all’indicazione della singola scuola; nel secondo, si fa riferimento all’ambito territoriale indicato quale distretto o Comune. Un meccanismo teoricamente semplice che, tuttavia, si è già trasformato in polemiche e discrepanze in fase di assegnazione delle supplenze.
I casi segnalati, al momento, non sono pochi e lamentano tutti un malfunzionamento dell’algoritmo, incapace di espletare le proprie funzioni, con conseguenze gravi che rischiano di complicare, e non poco, l’anno in corso come quello a venire. Ma cosa sta succedendo?
Due sono le situazioni attualmente manifestatesi:
– gli aspiranti hanno segnalato di essere stati superati in fase di nomina da colleghi in posizione inferiore e/o con punteggio più basso;
– gli aspiranti non hanno ricevuto alcuna nomina o ne hanno ricevuto una diversa da quella a cui avrebbero avuto diritto.
In entrambi i casi, sia che si tratti di docenti “scavalcati”, sia di supplenti “mancati”, sono tante le diffide che i supplenti stanno inviando agli uffici scolastici perché – e qui è il nodo della questione – i candidati “saltati” non riceveranno alcuna nomina per l’intero anno scolastico perché considerati rinunciatari.
Lo scrive, in risposta alle diverse segnalazioni, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Pistoia:
il sistema informativo, nello scorrimento della graduatoria e fatti salvi eventuali diritti di riserva e/o precedenza di aspiranti collocati in GPS, arrivato alla posizione del candidato “X”, se non coglie fra le preferenze espresse da quel candidato le sedi lasciate libere dai candidati che lo precedono per punteggio (o preferenza, riserva o precedenza), lo considera automaticamente e inderogabilmente rinunciatario per quella classe di concorso con la conseguenza che il candidato non potrà più ricevere nomina da GPS per quella specifica cdc per l’intero anno scolastico.
Tale procedura è espressamente prevista dall’art. 12 comma 10 e 11 dell’O.M. n. 112/2022 […] : “L’assegnazione dell’incarico rende le operazioni di conferimento di supplenza non soggette a rifacimento. La rinuncia all’incarico preclude, altresì, il rifacimento delle operazioni anche in altra classe di concorso o tipologia di posto. Le disponibilità successive che si determinano, anche per effetto di rinuncia, sono oggetto di ulteriori fasi di attribuzione di supplenze nei riguardi degli aspiranti collocati in posizione di graduatoria successiva rispetto all’ultimo dei candidati trattato dalla procedura, fatto salvo il diritto al completamento di cui al successivo comma 12.
Pertanto, qualora nello scorrimento della graduatoria per un determinato turno di nomina il candidato non trovi posto, pur venendo “valutato” “sistema informativo”, perde la possibilità di concorrere per le nomine dei successivi turni di nomina sulla disponibilità sopravvenute. È del tutto normale, pertanto, che il docente in posizione più alta in graduatoria, ma considerato “rinunciatario” sui precedenti turni di nomina, si veda scavalcato da docenti con punteggio inferiore.
Inoltre, la scelta delle 150 sedi e le preferenze relative al tipo posto (annuale, fino al termine attività didattiche, spezzoni, cattedre orario, ecc.) hanno una
rilevanza determinante per l’assegnazione dei posti disponibili; infatti le sedi possono essere assegnate al candidato solo se vi è perfetta coincidenza fra le preferenze espresse e la sede risultante libera per scorrimento.
Il sistema di attribuzione delle supplenze, dunque, continua a presentare non poche lacune, nonostante la grande soddisfazione del Ministro Patrizio Bianchi che lunedì scorso – in occasione del rientro in aula di gran parte degli alunni e dei docenti di Italia – ha sperticato lodi a sostegno del lavoro suo e di Viale Trastevere.
Come abbiamo visto, però, se l’obiettivo era scongiurare un inizio anno turbolento, l’informatizzazione del processo di assegnazione delle supplenze si è scontrato con le inefficienze umane: quando i docenti hanno compilato le domande con le loro preferenze, infatti, le operazioni di assegnazione provvisoria dei docenti di ruolo e di nomina a tempo indeterminato non erano ancora concluse. Ciò significa che le preferenze espresse, in quel momento, non potevano avere alcun riscontro con l’effettiva disponibilità di scuole, distretti, Comuni e Province indicati. Ecco che, dunque, la mancata indicazione di uno di questi è diventata automaticamente rinuncia.
Con ciò non si vuole addossare alcuna colpa agli Uffici preposti che non sono riusciti a garantire, nei tempi prefissati, l’effettiva disponibilità delle preferenze richieste quanto, piuttosto, la mancata lungimiranza di chi al Ministero non ha pensato che si sarebbe arrivati a questo. Ed è grave. È grave perché prima si illudono i docenti che la loro volontà sarà fatta, parlando di preferenze, e poi non solo i desideri non vengono esauditi, ma addirittura ci si ritrova senza alcuna assegnazione. Forse, più che del docente, si ha prima bisogno di un altro tipo di esperto.
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