Scuola: la campagna elettorale passa anche da qui
L’inedita campagna elettorale estiva di questo 2022 non poteva non coinvolgere il mondo della scuola. Così, da sempre bacino di voti appetibile per tutte le forze politiche, anche stavolta i candidati stanno facendo a gara a chi offre di più, nel tentativo di accaparrarsi la fiducia di una larga fetta di elettori sprovvisti di tutele e punti di riferimento.
A una rapida lettura dei programmi dei principali partiti in lizza, la voce che accomuna tutti è l’auspicio con cui chiudevamo il nostro ultimo articolo: l’adeguamento dello stipendio dei docenti agli standard europei, che a oggi vedono l’Italia lontanissima dalle prime posizioni e i nostri insegnanti ultimi tra i dipendenti della pubblica amministrazione.
Dell’aumento contrattuale parlano il MoVimento 5 Stelle, la Lega, il Partito Democratico e Azione, ma a dare numeri è il PD che si spinge fino a prevedere un investimento dai 6 agli 8 miliardi di euro. Nel programma stilato da Enrico Letta e colleghi, la scuola viene definita motore del Paese: da qui il proposito di rimetterla al centro e restituire al mestiere dell’insegnante il ruolo di dignità e centralità che merita, garantendo una formazione adeguata e continua e riportando, nei prossimi cinque anni, gli stipendi in linea con la media europea.
Il programma continua così: Secondo l’ultimo rapporto Svimez, una bambina delle elementari del Sud fa mediamente 4 ore in meno a settimana; circa 550mila allievi delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) non frequentano scuole dotate di una palestra e 650mila allievi delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. Si tratta di 4 bambini su 5. C’è un tema di esclusione che passa anche dalla mancata centralità della scuola come elemento di istruzione, di socializzazione e di emancipazione.
In Italia un bambino su dieci non frequenta la scuola dell’infanzia (3-5 anni), iniziamo a lasciarli indietro prima ancora di insegnargli a leggere e scrivere, creando le prime odiose diseguaglianze. […] La scuola, invece, deve accompagnare tutti i genitori, le bambine e i bambini, dai primissimi anni di vita […] rendendo obbligatoria la scuola dell’infanzia e garantendone la gratuità nell’accesso. Così vogliamo favorire l’uguaglianza già nei primi passi del percorso scolastico, assicurando per tutte e tutti pari opportunità di cura, relazione e gioco. E poi la costituzione di un Fondo nazionale che va ad integrare il finanziamento regionale per i viaggi-studio, le gite scolastiche, il tempo libero nel doposcuola e l’acquisto di attrezzature sportive e strumenti musicali. Intendiamo incentivare le ragazze nella scelta delle materie STEM, attraverso l’orientamento.
Vogliamo supportare la creazione di “ambienti di apprendimento sostenibili”, accessibili, sicuri (anche dal punto di vista sanitario, con l’installazione di sistemi di aerazione), innovativi, attraverso la promozione di incontri e attività tra scuole perché lo spazio per noi è un terzo educatore. […] Vogliamo garantire la piena gratuità del trasporto pubblico locale e dei libri scolastici per le famiglie a reddito medio e basso (in base all’ISEE). Ci impegniamo inoltre a garantire la gratuità dei libri di testo alle studentesse e agli studenti delle famiglie di reddito basso e medio (secondo il livello ISEE) e a garantire a tutte le studentesse e gli studenti delle scuole medie e superiori il pieno accesso ai servizi psico-pedagogici attraverso un aumento della presenza a scuola di equipe multidisciplinari formate da pedagogisti, educatori, psicologi. Garantiremo l’accesso universale e gratuito di bambine e bambini alle mense scolastiche e investiremo nell’aumento dei docenti di ruolo di sostegno per affiancare nel percorso scolastico tutte le persone con disabilità.
[…] Le scuole sono il primo anticorpo civile, la prima occasione per apprendere un modo libero e responsabile di stare al mondo. Per questo lavoreremo affinché le scuole siano sempre più luoghi sicuri, belli, aperti tutto il giorno, coinvolgenti. Vere e proprie palestre di cittadinanza capaci di rappresentare una alternativa vincente rispetto alle sotto culture mafiose e violente.
Per questa ragione, vogliamo potenziare l’offerta culturale nelle periferie delle città metropolitane e nelle aree ad alta marginalità sociale attraverso progetti che coniughino inclusione sociale, riequilibrio territoriale, tutela occupazionale e valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale.
Anche il MoVimento 5 Stelle dedica parte del suo programma alla scuola in pochi semplici punti: riforma dei cicli, introduzione della scuola dei mestieri per valorizzare e recuperare la tradizione dell’artigianato italiano, più psicologi e pedagogisti per fornire un sostegno ai ragazzi e a tutta la comunità scolastica.
Più dettagliata, invece, la Lega che parla di formazione dei docenti, riforma dei cicli, obbligo scolastico, innovazioni didattiche e sicurezza. Nello specifico: docenti formati in didattica generale e speciale, pedagogia generale e speciale rivolta ai bisogni educativi speciali, pedagogia sperimentale, didattica disciplinare, laboratori pedagogico-didattici, tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la didattica, con valutazione psico-attitudinale in ingresso e in itinere; sviluppo degli istituti professionali come scuole di alta specializzazione; potenziamento del numero degli insegnanti di sostegno con specializzazione; percorsi di formazione e introduzione al lavoro su modello di Aut Academy da estendere su scala nazionale; superamento del precariato.
Nel programma si parla, poi, di miglioramento e rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro e di stop alla propaganda a scuola. Per qualunque proposta educativa inserita nella Domanda di Iscrizione, nel Patto Educativo di Corresponsabilità, nel Piano dell’Offerta Formativa e nelle varie Attività Laboratoriali e/o Progettuali, in particolare per quanto riguarda progetti relativi a bullismo, educazione all’affettività, superamento delle discriminazioni di genere e di orientamento sessuale, pari opportunità, dispersione scolastica, educazione alla cittadinanza e alla legalità e ogni altra iniziativa che coinvolga l’ambito valoriale e dell’educazione sessuale, deve esserci l’esplicito e libero assenso dei genitori o di chi ne fa le veci.
Infine, si allontana lo spettro didattica a distanza – con un netto mai più, decisamente ottimistico – proponendo le seguenti misure: sistemi di aerazione forzata a ciclo continuo con controllo dei dati ambientali, sistemi di ventilazione meccanica a recupero di calore, sistemi di ventilazione e sanificazione dell’aria con filtri, dispositivi a raggi UV tipo C o basati su principi bio-chimico-fisici e tecnologie a certificazione europea basate sulla fotocatalisi naturale oltre al trattamento delle superfici con prodotti antivirali e antibatterici.
Il programma di coalizione del centrodestra annovera, inoltre: risoluzione precariato e riforma reclutamento, piano straordinario per l’eliminazione del precariato docente, riforma dei cicli e obbligo scolastico, valorizzazione e promozione delle scuole tecniche professionali volte all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Formazione dei docenti con investimento in formazione e aggiornamento, ammodernamento, messa in sicurezza, e nuove realizzazioni di edilizia scolastica, scuola non statale, vale a dire riconoscere la libertà di scelta educativa delle famiglie attraverso il buono scuola.
Carlo Calenda e Azione parlano, invece, di restituzioni adeguate e di un investimento complessivo dell’1.1% del PIL entro cinque anni, riforma dei cicli, obbligo scolastico a 18 anni, tempo scuola (diritto per tutti i bambini delle scuole primarie statali al tempo lungo, 40 ore settimanali), invio dei migliori insegnanti nelle aree di crisi sociale, innovazioni didattiche, rafforzamento dell’insegnamento dell’educazione civica, in particolare il funzionamento della Repubblica e dell’UE.
Tante promesse – alcune anche molto simili tra loro – che, nonostante le (poco convinte) dichiarazioni dei leader, sembrano già dare un’idea chiara del Paese che verrà. D’altro canto, nessuna visione nuova o innovativa viene avanzata: ciascuno, pur di tirare acqua al suo mulino, ha inserito nel proprio programma di riferimento intenti e fini più propagandistici che attuabili e, soprattutto, per nulla inediti.
In effetti, ogni partito, tra quelli citati, ha già governato in Italia nei tempi più recenti e nessuno ha realmente lavorato, ascoltato, accolto le istanze del mondo della scuola e di chi ci lavora quotidianamente che, dalla Riforma Gelmini alla Buona Scuola di Renzi, fino al dimissionario tecnico Patrizio Bianchi, lamenta sempre le stesse difficoltà, carenze, inefficienze. Al contrario delle (finte) buone intenzioni, ogni partito, tra quelli citati, ha contribuito, allo smantellamento di un settore che è più di un bacino di voti, di un tornaconto elettorale, di un programma vuoto che puntualmente non viene rispettato.
Tornano in mente le parole del compianto Piero Angela: «Sento sempre parlare di precariato, sindacati, di scuola pubblica e privata che sono tutte cose importanti. Ma la scuola prima di tutto è quella che deve formare i cervelli: piacerebbe sapere come raggiungere meglio questo scopo». Piacerebbe anche a noi.
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