Arrivano i concorsi: «Entro il 2021», ma quando?

concorsiDopo lunghi mesi di silenzi e stop forzati, finalmente, si torna a parlare di concorsi come qualcosa di prossimo a venire. Chiuse le selezioni riservate ai docenti delle materie STEM (l’acronimo di Science, Technology, Engineering and Mathematics che sta a indicare le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi corsi di studio), tenutesi a luglio, restano infatti alcune procedure da portare a termine entro la fine dell’anno.

A parlarne, anche in questi giorni, è stato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che, a proposito delle misure specifiche per il personale docente, prevede dei concorsi con regole chiare e trasparenti. Ma a quali selezioni fa riferimento?

I reclutamenti, come annunciavamo, dovrebbero partire entro la fine del 2021. Parliamo, innanzitutto, dei concorsi sospesi da tempo, vale a dire quello per l’infanzia e primaria e quello per la secondaria. Dal 2022, poi, si dovrebbe procedere ogni anno con nuove selezioni. Bianchi, infatti, intende puntare su formazione costante degli insegnanti, semplificazione delle attuali procedure, cadenza regolare di queste ultime e programmazione.

L’annualità dei concorsi andrebbe a colmare soltanto i posti liberi, veramente disponibili, al fine di evitare gli ennesimi elenchi di docenti precari. Le selezioni – stando al Recovery Plan – si baseranno sui titoli culturali, sul servizio svolto e una prova telematica che consentirà la graduatoria di vincitori a cui andranno assegnati i posti. Al termine dell’anno di prova e formazione, è previsto un ulteriore step, con tanto di verifica finale per la conferma in ruolo sullo stesso posto assegnato che resterà tale nei tre anni successivi.

La semplificazione auspicata da Bianchi è, in effetti, molto simile a quella cui si è già fatto ricorso quest’estate, sulla falsa riga della volontà espressa dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, contrario alle preselettive. In questo modo, sperano a Viale Trastevere, i 50mila in attesa dei posti da assegnare tramite concorsi ordinari potranno trovare finalmente casa. Suddette prove dovrebbero tenersi tra novembre e dicembre, ma restano ancora mere supposizioni.

Discorso simile può farsi per le procedure straordinarie, anch’esse in partenza a breve: parliamo del concorso straordinario per l’abilitazione, quello voluto da Lucia Azzolina nell’aprile del 2020 e mai portato a termine a causa della pandemia e della tanta disorganizzazione denunciata in questo lungo periodo. C’è, poi, il concorso straordinario per i precari con esperienza, vale a dire la procedura dedicata ai docenti non includibili nelle immissioni in ruolo ma che hanno svolto un servizio di almeno tre annualità, anche non consecutive, negli ultimi cinque anni scolastici nella scuola statale. Di questi, almeno uno deve essere specifico nella classe di concorso per cui si concorre. Per gli aspiranti, al termine della prova disciplinare, verrà stilata una graduatoria di merito regionale.

Per annualità – lo ricordiamo – si intende il servizio prestato per almeno 180 giorni nell’anno scolastico o un servizio prestato ininterrottamente dal 1 febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale.

Per il 2021/2022, il Ministero ha autorizzato 112474 posti. Di questi, gli USR hanno già coperto 59425 posti – di cui 12840 conferiti in base al Decreto Sostegni bis – attraverso GaE, concorsi e GPS di prima fascia. Lo stesso decreto, a proposito della procedura straordinaria, annuncia che sarà attivato per un numero di posti pari a quelli vacanti e disponibili per l’anno scolastico 2021/2022 che residuano dalle immissioni in ruolo. I posti effettivamente da coprire, al momento, potrebbero essere 15mila.

L’ufficialità di quanto scritto dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. L’augurio, ovviamente, è che possa avvenire il prima possibile per consentire agli interessati di prepararsi e organizzarsi per tempo e non, come prassi ormai tristemente consolidata, con lo scarso preavviso che rischia di creare malumori, difficoltà e problemi nella gestione degli spostamenti e degli esami da sostenere. Per cambiare la scuola, come vorrebbe il Ministro Bianchi, è importante partire già da questo, dal rispetto dell’altro.

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